Misericordia, inquietudine e felicità

L'autore descrive l'attuale situazione mondiale durante la sua quarta rivoluzione industriale, che ha degli elementi nuovi che vanno compresi ed utilizzati per consentirne il superamento.

La sfida per costruire buone pratiche di condivisione passa da una presa di coscienza dove misericordia, felicità e inquietudine convivono nel progetto di un nuovo umanesimo.

Il libro presenta alcuni protagonisti, pensieri e proposte vissuti da cristiani nel mondo contemporaneo, come se vivessimo ogni giorno in un ospedale da campo.

Si tratta di perseguire la felicità di tutti attraverso il dono antico della misericordia.

Il libro narra cammini di misericordia che spaziano dalle vicende nazionali e internazionali degli ultimi decenni alle esperienze personali dell'Autore, impegnato nella sua vita in progetti umanitari.

Di fronte a fenomeni epocali come le nuove migrazioni non è pensabile che siano solo i buoni samaritani o il settore umanitario ad occuparsi di salvare le vite di milioni di persone.

L'autore descrive a manate la misericordia, inarcando la sua barca sulle onde del Giubileo ancora in corso. Il linguaggio è sciolto e rapido, i giudizi fin troppo veloci e tagliati.

La misericordia ci chiede di assumerci i rischi del cambiamento. Calvani racconta quando, in Eritrea, si trovò di fronte a un bimbo e a un dilemma.

«La globalizzazione è un processo antico che ha migliorato la qualità della vita dell'umanità, ma è stata gestita nel modo sbagliato. Per questo oggi è necessario un approccio diverso».

Non deve sorprendere se la storia del buon samaritano è rimasta per due millenni un vero e proprio paradigma di applicazione pratica della misericordia ai casi della vita.

Misericordia, inquietudine e felicità sono intrecciate tra loro e nessuna è possibile nel mondo globalizzato se manca una delle altre.

Secondo libro, in due mesi, in cui torna il termine "inquieti"... ma qui viene allargato l'orizzonte rispetto a quanto ci proponeva Truffelli nel libro del mese scorso.

Nel volume riflette sul modello di sviluppo occidentale e propone un nuovo e corretto modello di crescita economica

Un punto essenziale: nessuna comunità, villaggio, città o nazione potrà godere la pienezza della felicità sostenibile, fino a che anche tutti le altri parti dell’umanità l’avranno raggiunta anche loro.