Pubblicato Sab, 10/06/2017 - 11:52
Sono 31 anni che Giuseppe Lazzati è scomparso. La ricorrenza è l'occasione per riprendere in mano i suoi scritti, per tornare a leggere quelle idee così chiare e profetiche sul laicato, sul Concilio Vaticano II, sulle realtà temporali che sono il "luogo teologico" della santità.
Nelle parole di Lazzati sembra di sentire l'eco di tanti richiami di papa Francesco per una fede matura, coraggiosa e "quotidiana".
L'Editrice AVE ha una ricchissima bibliografia di e su Giuseppe Lazzati, figura eminente del movimento cattolico italiano, dirigente dell'Azione cattolica milanese, internato nel lager, padre costituente, professore e storico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, protagonista del rinnovamento conciliare, laico di profonda spiritualità. Per maggiori informazioni: http://www.giuseppelazzati.it/
- La nuova edizione di Lazzati. Testimone e maestro riporta un contributo inedito del cardinale Carlo Maria Martini;
- la collana Quaderni di San Salvatore contiene lezioni di spiritualità che Lazzati tenne ai giovani, testi di straordinaria attualità;
- I Dossier Lazzati, una raccolta sistematica e approfondita di scritti e carteggi curata da Armando Oberti, il postulatore che avviò la sua causa di canonizzazione oggi curata da Pier Giorgio Confalonieri
Tre volte grazie, Professore è il ricordo che Andrea Michieli dedica a Giuseppe Lazzati sulle pagine della rivista «Coscienza», trimestrale del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale.
Un ringraziamento all'Autore per l'autorizzazione a pubblicare
Nel ricordare Giuseppe Lazzati ho pensato a tre motivi di ringraziamento
Giuseppe Lazzati ha aperto la strada, innanzitutto, alla possibilità di un laicato italiano più consapevole e maturo della propria vocazione e missione. Ha sempre ribadito con forza che la missione dei cristiani laici è quella profetica, cioè la «nota di unità tra ordine soprannaturale e ordine naturale». Anticipando e sostenendo il Vaticano II, scriveva che «le realtà temporali sono quelle che costituiscono il tessuto quotidiano della vita dei laici (vita di famiglia, lavoro, rapporti sociali, economia, politica, cultura, divertimenti, ecc.) che perciò si fanno "luogo teologico" della loro santificazione».
Dobbiamo essere riconoscenti al Professore, inoltre, per essersi battuto per l'"unità dei distinti", per la distinzione - senza compromissioni - tra la sfera spirituale e quella politica. Sin dagli anni dell'impegno in Costituente, Lazzati distingueva - in un famoso articolo su "Cronache sociali" - l'azione cattolica da quella politica. Da quella prima enunciazione, poi perfezionata con il tempo, maturerò la "scelta religiosa" dell'AC.
A Lazzati, infine, dobbiamo riconoscenza per l'opera educativa, condotta negli ultimi anni di vita, al "pensare politicamente" dei giovani. Il Professore fu uno dei primi nel movimento cattolico ad accorgersi del cambiamento politico che il nostro Paese vive alla fine degli anni '70 e pensò che la risposta più adeguata al crollo delle ideologie fossero luoghi di ascolto e dialogo per e tra i giovani. Credo che in questo impegno Lazzati volesse dare nuovo corso alla costruzione di una "democrazia sostanziale" che non si limitasse alla dimensione partitico-elettorale - di cui egli denunciava le degenerazioni - ma che coinvolgesse le migliori energie del Paese come nel Secondo dopoguerra.
Queste sono solo alcune delle eredità che in questo giorno potremmo ricordare. Credo che in esse - nella missione profetica del laicato, nell'unità dei distinti e nella costruzione di una democrazia sostanziale - la testimonianza di Giuseppe Lazzati debba essere raccolta e possa ispirare il nostro cammino personale e associativo.