Da credenti inquieti, in cerca della buona speranza

L’editrice Ave pubblica il nuovo libro di Matteo Truffelli, presidente nazionale di Ac. Una riflessione attenta agli stimoli provenienti dal pontificato di Francesco per un vangelo della misericordia e dell’abbraccio con l’”altro”

 

di Gianni Di Santo

 

Un viaggio appassionato lungo “l’enciclica dei gesti” di papa Francesco, lasciandosi stimolare a una nuova stagione di speranza e responsabilità per la Chiesa e per il paese. È quello che traccia Matteo Truffelli, presidente nazionale di Azione cattolica e professore associato di Storia delle Dottrine politiche presso l’Università di Parma, nel libro, appena pubblicato dall’editrice Ave, Credenti inquieti. Laici associati nella Chiesa dell’Evangelii gaudium. E che il viaggio sia inquieto è auspicabile. Per credenti e non credenti, e per i tanti laici “associati” che ogni giorno faticano, spesso nel silenzio di un volontariato che non bada a spese per energie umane donate e abbracci gratuiti, nella dedizione all’”altro”. Una stagione che lo stesso Truffelli descrive come «carica di fascino e interesse, nella quale sentiamo di respirare a pieni polmoni, prendendo fiato per continuare a servire la Chiesa e stare con essa nel mondo, a servizio del mondo».

Da una parte c’è Francesco, il suo abbraccio con le periferie disperate della storia che migrano per fame e libertà, dall’altra ci siamo “noi”, cittadini di una polis da ricostruire e da sognare. E abitanti di una Chiesa del sorriso e della corresponsabilità. Una stagione inquieta, dunque, ma anche molto esigente. È tempo di essere irrequieti, scrive ancora Truffelli, non tiepidi, né timorosi. Il tempo giusto per osare la fede nel cammino arduo lungo le strade del mondo.

E come? Esercitare la corresponsabilità, ad esempio, tra laici e presbiteri, come ruolo fondamentale del Popolo di Dio, è una delle risposte che si dà Truffelli. Cercare insieme nuove strade attraverso cui «metterci al passo con questo pontificato per aiutare la nostra Chiesa, le nostre diocesi e parrocchie, a lasciarsi trainare senza timore e senza remore dalla grande spinta che papa Francesco sta imprimendo a tutta la Chiesa universale, facendo nostra la sua ansia di andare incontro ai tanti bisogni, alle tante richieste, ai tanti dubbi e alle tante speranze che abitano i cuori delle donne e degli uomini di oggi». Una Chiesa capace di mostrare a tutti, e soprattutto a quelli che don Mazzolari avrebbe chiamato “i lontani”, il volto misericordioso e accogliente del Signore. Una Chiesa aperta e fiduciosa nei confronti dell’umanità e del proprio tempo, una Chiesa “sbilanciata in avanti”.

In questa prospettiva l'Azione cattolica ha molto da reinventarsi, con coraggio e fiducia. Le cinque vie proposte al recente Convegno nazionale ecclesiale di Firenze divengono indicazioni di marcia nelle nostre comunità territoriali, perché uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare non sono formule svuotate di contenuto ma indicazioni concrete per vivere il vangelo là dove si è cittadini, padri, figli, fratelli.

Mettersi in strada senza indugio è la via che oggi ci chiede di percorrere questo tempo benedetto. L’inquietudine di Truffelli non è consolatoria, bensì attiva, positiva, vince la tentazione delle “tre tende”, che può spingersi ad accontentarsi di stare fermi, pensando sia sufficiente vivere con “i soliti noti” momenti e percorsi di formazione, di spiritualità, di approfondimento culturale. Invece bisogna andare, incontrare, condividere, annunciare. Stare nel mondo con uno sguardo contemplativo, per accogliere davvero chi fugge la morte, per promuovere la legalità, custodire il creato, dare forma al lavoro, rilanciare la partecipazione alla politica.

La via spirituale diventa così il baricentro delle nostre scelte nella vita familiare e nella polis. Un sentiero che porta ad appassionarci al Bene Comune, al dialogo con le culture del proprio tempo, alla passione per la vita feriale delle persone, delle famiglie, delle comunità.

Così l’inquietudine dilagherà, per essere cittadini prossimi di buone notizie.