Pubblicato Mar, 13/12/2016 - 12:12
Tra pace, nonni, credenti inquieti e la musica di Fabrizio De André
I primi doni da mettere sotto l’albero di Natale sono due libri, in stampa per l'Editrice Ave, che hanno due titoli che vanno d’accordo: Pace e Nonni. Fanno parte della collana “Le parole di Francesco”, che raccoglie temi e parole cari a papa Francesco. Pace, con introduzione del giornalista Enzo Romeo, e Nonni, con la guida esemplare di Bruno Pizzul, sono le letture giuste per cominciare bene il Natale.
Dai discorsi del Bergoglio arcivescovo di Buenos Aires, e dalle tante occasioni di magistero racchiuse nella vita di papa Francesco (esortazioni, encicliche, tweet, discorsi…), ne emerge una narrazione di un vangelo amico dell’uomo. Francesco è costruttore della pace: tre giorni dopo la sua elezione, spiegò come avesse scelto il nome da pontefice pensando proprio a Francesco d’Assisi e a chi soffre a causa delle guerre, mentre fin dai primi istanti, nel colloquio-intervista con la giornalista messicana Valentina Alazraki, rivelò: «Mentre nella Cappella Sistina c’era la votazione, recitavo il rosario. Avevo molta pace, direi persino incoscienza. Lo stesso quando è successo. Per me è stato un segno che Dio lo voleva. La pace fino ad oggi non l’ho persa. È qualcosa di interiore, come un regalo».
Un regalo che si accompagna alla parola Nonni. Sono i nonni il volto buono della memoria che dà speranza e continuità a un mondo in attesa di pace.
Gli altri due libri da accompagnare a questo periodo particolare dell’anno portano con sé la cura della propria spiritualità, ascoltando magari buona musica.
È quello che traccia Matteo Truffelli, presidente nazionale di Azione cattolica e professore associato di Storia delle Dottrine politiche presso l’Università di Parma, nel libro, edito dall’Ave, Credenti inquieti. Laici associati nella Chiesa dell’Evangelii gaudium. E che il viaggio sia inquieto è auspicabile. Per credenti e non credenti, e per i tanti laici “associati” che ogni giorno faticano nelle parrocchie e comunità ecclesiali. Una stagione inquieta, dunque, ma anche molto esigente. L’inquietudine di Truffelli consiglia di andare, incontrare, condividere, annunciare. Per accogliere chi fugge la morte, per promuovere la legalità, custodire il creato, dare forma al lavoro, rilanciare la partecipazione alla politica. Un sentiero che porta ad appassionarci al Bene comune e al dialogo con le culture del proprio tempo. Per una Chiesa e aperta e fiduciosa nei confronti dell’umanità e “sbilanciata in avanti”.
Ma una Chiesa sbilanciata si gusta meglio se c’è la musica. «De Andreé. Battiato, i Beatles... e non solo! Pur non disponendo di tanto tempo, non ho mai smesso di ascoltare musica». Così mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, nella presentazione al libro di don Salvatore Miscio, giovane sacerdote pugliese, Dio del cielo vienimi a cercare. Faber, uomo in ricerca, un testo che tenta di esplorare le contaminazioni spirituali e religiose del musicista genovese, riconosciuto da tutti come il cantore degli ultimi.
Questo libro nasce da una ricerca sui testi di Fabrizio De André. Testi che ancora oggi fanno discutere, provocano le nostre coscienze: la sua capacità di raccontare senza condannare, di coinvolgersi empaticamente nelle storie dei vinti, ma anche e soprattutto la forza evocativa dei suoi versi, lasciano emergere dal profondo dei personaggi le istanze esistenziali più autentiche. Tra queste, vi è la domanda di Dio, della sua paternità, della sua giustizia, del suo punto di vista. Si coglie l’ammirazione per Gesù Cristo e la sua umanità, che il cantautore non vuole pensare come figlio di Dio ma come figlio dell’uomo, fratello anche suo.